La controrivoluzione per salvare l’Italia non esclude il “Socialismo aristocratico”

PERUGIA – Una boccata d’aria fresca dopo decenni di apnea. È la sensazione che si prova leggendo il libro “La Nostra Controrivoluzione” (Edizioni Effigi), recentemente pubblicato, il cui autore Guido Fineschi Sergardi, partendo da una un’analisi sull’evoluzione sociale degli italiani dalla fine della Seconda guerra mondiale ad oggi, affronta importanti argomenti quali la giustizia, la mafia, la Chiesa cattolica, la Massoneria, l’Islam, la famiglia ed esprimendo, per quanto riguarda la politica estera, qualche critica ad alcune amministrazioni americane, suggerisce anche un non poi tanto velato appoggio allo Stato di Israele.

Nel libro viene evidenziato il grave decadimento etico e morale dell’Italia, ma vi si legge un grande amor di patria ed un forte ottimismo e desiderio di rilancio del Paese. Rilancio che preveda grande attenzione a tutti gli strati sociali, dal più basso al più alto e che, all’interno di una modifica strutturale della Repubblica, richiedendo il massimo della serietà da parte dei servitori dello Stato (e pesanti sanzioni per chi non ne fosse provvisto), preveda però per gli stessi, per grandi meriti, lauti compensi e addirittura l’aggregazione ad una nuova Nobiltà repubblicana.

Si propone un bizzarro quanto affascinante “Socialismo aristocratico”. Il testo presenta una bella prefazione di monsignor Gianfranco Girotti ed è stato recensito anche dal professor Giancarlo Elia Valori. Un libro certamente da leggere: provocatorio, penetrante e suggestivo.

Il Giornale dell’Umbria, Sabato 20 settembre 2014 (pag. 37)

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