Premio Tagete 2011 a “Pellegrino verso il cielo” – Motivazione e rassegna stampa

Motivazione del Premio assegnato dalla Giuria al Dott. Santino Gallorini per la Sezione Saggistica nell’ambito del XIII Concorso Letterario “Tagete” 2011.

Il 1° Premio è stato assegnato a: “Pellegrino verso il cielo. Baldassarre Audiberti, il santo delle Croci”, di Santino Gallorini, Effigi Edizioni, Arcidosso (GR) 2010.

Il libro è il risultato di una ricerca di Santino Gallorini sulla vita e le opere di Baldassarre Audiberti, che Monsignor Angelo Tafi ha definito in un suo libro “il santo eremita di Vercelli”.

Il compito di Gallorini non è stato facile, data la grande scarsità di fonti documentarie e la conseguente difficile reperibilità delle informazioni.

Il personaggio, i cui primi trent’anni di vita sono avvolti nel mistero, visse tra il Settecento e l’Ottocento. Risulta che fu di non fissa dimora, ospite di monasteri toscani ed umbri e dei parroci dei vari paesi che incontrò nel suo girovagare. La sua fama si formò presumibilmente intorno al 1836 e crebbe rapidamente come di instancabile innalzatore di croci in Toscana, in Umbria e nell’alto Lazio, fino al punto che molti, persone semplici ma anche uomini illustri, si rivolsero a lui per ottenere grazie e consigli.

Quanto seguito avesse ed abbia ancora lo stesso Audiberti è mostrato da molte testimonianze documentate e dalla celebrazione avvenuta nel 2002, nella chiesa di Santa Maria Assunta in Ottavo, in provincia di Arezzo, del 150° anniversario della sua morte.

Il lavoro di ricerca storica è stato condotto con grande rigore, come mostra anche l’abbondante bibliografia. L’opera è arricchita, oltre ai testi di una preghiera e di una lettera dell’Audiberti e ad altre testimonianze scritte del tempo, di un nutrito apparato iconografico.
Santino Gallorini, attraverso questo libro, contribuisce a ravvivare la memoria di un personaggio e di una pagina di “storia minore” che meritano di essere conosciuti, perché danno conto di figure, eventi, abitudini, credenze, modi di pensare e di vivere delle nostre comunità che ci hanno preceduto e che hanno concorso a costruire la cultura toscana che ci appartiene.

Lascia un commento