Prefazione al libro “Vultus Misericordiae” di Mons. Angelo Mascheroni

Mons. Angelo Mascheroni, Vescovo

Titolare di Foro Flaminio

Vescovo già Ausiliare dell’Arcivescovo di Milano

Milano, 14 settembre 2017

Dinanzi ad un Crocifisso possiamo porci diverse domande:

“Quale senso potrebbe avere una croce senza il Crocifisso?” La risposta sarebbe la più cruda, la più irrazionale; mentre si va alla ricerca del perché del nostro soffrire. Sarebbe spietatamente ributtanti nei nostri dubbi aumentando così dolore e sofferenza.

“Chi sarebbe il Cristo senza la Croce?” Pure qui le domande si accalcano, diverse tentano di rifarsi alle Scritture, altre invece devono rifarsi agli usi romani.

Ed infine abbiamo a chiedere al Cristo stesso: “perché la tua Croce? Era proprio necessaria o era solo un’occasione, un’opportunità?”

Nella triplice predizione della sua morte Gesù si esprimeva così: occorre, è necessario che il Cristo venga catturato, processato, condannato e crocifisso, solo così si risorgerà il terzo giorno; tre predizioni e triplice confusione nella mente dei dodici, non capivano cosa potesse significare che il terzo giorno sarebbe risorto. E non capivano perché non comprendevano le premesse: tra esse che venisse crocifisso. Da qui la “gelosia” di Gesù per la sua crocifissione: risorge sì dai morti ma mantenendo in evidenza le ferite dei chiodi, mostrando apertamente, di fronte all’incredulità di Tommaso, il suo fianco squarciato: ecco i segni evidenti che, avendo amato i suoi, li amò sino alla fine! Un Cristo senza la croce sarebbe un Cristo che non dimostra quanto amore abbia nel cuore per coloro di cui è il Redentore.

Pertanto lo sguardo che volgiamo a Colui che hanno trafitto dovrebbe essere uno sguardo non di compassione bensì di vera ed autentica partecipazione: questa è la pietà!

L’Autore del volume “Vultus Misericordia. Il venerato crocifisso di Besana”, il Prof. Alessio Varisco, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana ed Ufficiale dell’Ordine Cavalleresco pro Merito Melitensi del Sovrano Militare Ordine di Malta, molto noto per la sua sensibilità storica ed artistica, fa volgere lo sguardo verso Colui che hanno trafitto ad altre due categorie di persone: gli artisti e coloro che hanno profonda devozione popolare.

Tra gli artisti notiamo Donatello, Michelangelo Buonarroti, ognuno di loro e nel loro tempo e con le loro particolari caratteristiche: Donatello vi colloca come dimensione prevalente la sua “fede” nel mistero che si sta compiendo in quell’ora ed in quel luogo, quasi che l’ora sia estranea al tempo e quel luogo sia collocato al di là dei nostri normali spazi; Michelangelo mostra l’uomo Gesù nel suo morire con la veridicità storica che l’arte sublima ed esternalizza.

L’Autore, che tanto ama Gerusalemme e dalla Città Santa ha ottenuto importanti tributi (il 167° Custode di Terra Santa gli ha conferito la Pontificia Crux Aurea Signum Sacri Itineris Hierosolymitani e Sua Beatitudine il Patriarca gerosolimitano gli ha tributato la prestigiosa distinzione onorifica Patriarchali Sanctissimi Insigne Ex Auro Benemereti Jerusalem), fa rientrare gli sguardi della devozione popolare, interessante la sezione eulologica che aiuta a comprendere attraverso le preghiere il mistero della Croce, citando dapprima un Crocifisso “famoso” come quello di Como con tutte le sue vicende storiche ed il Crocifisso di Besana Brianza (lo scopo della pubblicazione) Crocifisso meno noto di quello di comense, ma tanto caro ai parrocchiani besanesi. Si è curato un restauro, che riprende la devozione, ne motiva l’origine, si descrive i vari “modi” per esprimere fiducia e devozione, preghiera ed implorazione.

Vale la pena allora sostenere nella lettura i diversi richiami ed i diversi confronti per tornare alla devozione che Giovanni, ricordando il profeta Zaccaria, ci invita a non lasciare in fretta il Calvario dopo la morte di Gesù, ma fermarci e contemplare unendo ammirazione e preghiera, implorazione e fiducia.

Ci auguriamo che tale devozione si prolunghi nel tempo; vi è una sola condizione: che sia vera e conosciuta; il Volume certamente serve per donare alla devozione del Crocifisso di Besana tale base e simile fondamento.

Se tale auspico riuscirà, lo dobbiamo anche al Prof. Alessio Varisco ed alla Sua preziosa Opera.

+ Angelo Mascheroni, Vescovo

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