Ad un secolo dall’inaugurazione della linea ferroviaria che collegava Orbetello con Porto Santo Stefano, questo libro ripercorre le fasi della progettazione, realizzazione e della sua breve vita, durata appena 30 anni e qualche mese, durante i quali è stata testimone delle due grandi tragedie del Novecento: la ferrovia venne inaugurata alla vigilia della Prima Guerra Mondiale e fu distrutta dai bombardamenti alleati alla fine della Seconda. Infatti, se la prima idea di un collegamento ferroviario fa Orbetello e Porto Santo Stefano risale addirittura al 1871, la sua costruzione iniziò soltanto nel 1911 e l’inaugurazione avvenne il 17 dicembre 1913. La linea non era statale ed il servizio veniva gestito dalla Società Nazionale Ferrovie e Tranvie di Roma; il treno a vapore (che veniva chiamato trenino Baccarini, o la Caffettiera) partiva da una stazioncina prefabbricata presso la stazione di Orbetello Scalo delle Ferrovie dello Stato (ma nel 1916 venne effettuato il collegamento con la Ferrovia Tirrenica, così il capolinea venne spostato direttamente all’interno della stazione FS), procedeva lungo la laguna di Ponente, attraversava Orbetello Città, percorreva la diga artificiale e, costeggiando di nuovo la laguna e il mare dell’Argentario, s’infilava in una serie di gallerie (i cosiddetti fori) ed arrivava a Porto S. Stefano. C’era stata anche l’idea, sempre promossa dalla Società Nazionale Ferrovie e Tranvie, per collegare l’Argentario con l’Adriatico passando per Orvieto e Foligno, fino a raccordarsi alla linea per Ancona, ma il progetto non fu mai realizzato. Durante la Prima Guerra Mondiale la ferrovia venne utilizzata anche dalla Croce Rossa, che aveva allestito a Porto Santo Stefano un centro di cura per i feriti, mentre nel 1936 fu portata a raggiungere il deposito di carburanti dell’Aeronautica Militare. Con la Seconda Guerra Mondiale si ferma la storia della ferrovia: nell’estate 1943 i treni tornarono al capolinea iniziale, a causa dei continui bombardamenti che interrompevano la linea delle Ferrovie dello Stato, quindi i bombardamenti del 2 e 4 marzo 1944, che rasero completamente al suolo Porto Santo Stefano e danneggiarono il piazzale di Orbetello Scalo, segnarono la fine di questa tratta ferroviaria, tanto che fu allestito un collegamento sostitutivo con autobus.
Nell’immediato dopoguerra la Società Nazionale Ferrovie e Tranvie chiese, senza aver mai risposta, di ricostruire la ferrovia; neppure un progetto presentato nel 1974 dalla Regione Toscana e dalla Provincia di Grosseto ha avuto sorte migliore, infatti il Ministero dei Trasporti dette (nel 1982!) parere negativo. Da quel momento anche i tratti ferroviari rimasti vennero destinati ad una nuova sistemazione viaria, cancellando ogni opportunità di recupero ferroviario.
Il volume di Della Monaca non è, però, soltanto la ricostruzione, molto puntuale, delle vicende di questa linea ferroviaria, ma, grazie all’enorme quantità di materiale reperito, foto, mappe, progetti, disegni tecnici, documenti di vario genere, dai decreti alle lettere degli amministratori locali e statali, ma è un’analisi economica e sociale del territorio. La prima parte del libro traccia una storia delle vie di comunicazione nella zona ed i primi progetti per la costruzione della ferrovia. Un capitolo è dedicato anche al binarietto delle miniere, la ferrovia privata a scartamento ridotto alla quale nel 1914 si collegò la linea Orbetello – Porto Santo Stefano, per favorire il trasporto dei minerali estratti. La seconda parte ripercorre le fasi della realizzazione della strada ferrata, sottolineando il ruolo fondamentale svolto dall’ingegnere Ciriaco Baschieri Salvadori, che eseguì il progetto della linea e seguì con caparbietà il lungo iter burocratico che portò alla sua approvazione. Quindi l’A. analizza la gestione della ferrovia, il materiale rotabile, gli orari delle corse, soffermandosi sul personale che vi lavorava, del quale elenca nomi e cognomi, nonché le foto, fino alla fine del servizio ed ai tentativi di ripristino.
Si tratta, in definitiva, della ricostruzione di un pezzo particolare e significativo della storia di Orbetello e del Monte Argentario nella prima metà del ’900, di cui Gualtiero Della Monaca descrive la complessità e le vicissitudini, attingendo a documentazione di prima mano. Quello che risulta di maggior impatto e di grande valore è la ricchezza delle illustrazioni a corredo dei testi, riproduzioni di documenti e progetti, ma soprattutto tante interessantissime immagini fotografiche delle varie fasi del lavoro di costruzione, dei treni in transito, delle stazioni e delle case cantoniere, oltre che, come ho detto, dei ferrovieri. Di grande rilievo sono le immagini dei bombardamenti e dei danni arrecati alla linea. Il volume si conclude con un’accurata bibliografia.
Enzo Mecacci
Bullettino Senese di Storia Patria, CXXI-2014
Scheda del volume “La ferrovia Orbetello-Porto S.Stefano” nel catalogo Effigi →