«MISAKEMIAMA» di Anna Genni Miliotti recensito da Barbara Confortini

MISAKEMIAMA di Anna Genni Miliotti

La  letteratura, e in particolare la letteratura per ragazzi, ha da sempre esplorato la realtà in tutte le sue sfaccettature, con le sue diversità e ricchezze. In questi ultimi anni – nella letteratura per ragazzi e per giovani adulti – abbiamo visto fiorire molte pubblicazioni, sensibili e attente alla tematica della disabilità, che propongono storie poetiche, raccontando le difficoltà con punti di vista alternativi.

Nel mio lavoro durante gli incontri con le classi scolastiche quando mi sono trovata a dover affrontare e parlare di diversità, disabilità, ho sempre cercato di farlo attraverso i libri, i romanzi, perché credo che siano ottimi strumenti per raccontare e dare senso alla parola inclusione. Se è vero che il migliore insegnamento è la pratica di vita, è proprio tramite i libri che si possono vivere tante storie. I libri per ragazzi, quando parlano di disabilità e di differenza, sono strumenti e compagni di strada discreti e potenti, capaci di mostrare quotidianamente alcune vie possibili, non solo attraverso codici speciali e questo romanzo Misakemiama di Anna Genni Miliotti lo dimostra. Direi che prova a trasmettere un po’ di empatia, quella sincera e senza preconcetti. Ha il previlegio di far capire meglio l’esperienza della disabilità e solo la sensibilità  e l’ironia che contraddistinguono l’autrice potevano dar vita a un romanzo come questo. MISAKEMIAMA  racconta con semplicità come può essere la vita sentimentale di una ragazzina disabile. Una storia che sa emozionare, che si ama  da subito.

Anna Genni Miliotti racconta la disabilità nel modo più normale possibile, raccontando la vita di tutti i giorni, la bellezza ma anche le difficoltà che incontrano le famiglie.

Che dire: un romanzo così entrerà nel cuore di chi lo legge, di chi ama le storie tratte dalla vita vera e a chi crede che le barriere siano soprattutto mentali. Uno stile fresco e frizzante: la storia scorre veloce, in modo fluido, chiaro e accattivante. Non mancano i momenti drammatici ma è ricco anche di episodi divertenti. Ciò che colpisce di più di questo libro è proprio il contrasto tra la profondità e la serietà dell’argomento e la semplicità con cui questo è affrontato.

Lontano dal voler suscitare compassione, racconta con tenerezza le varie fasi della vita sentimentale di questa ragazzina e (dei suoi coetanei) dei suoi rapporti che evolvono man mano che lei cresce. Un libro che riempie il cuore di affetto e che fa conoscere al lettore il lato tenero e pieno d’amore di una realtà comunque dura e difficile. Non c’è compassione nelle sue parole, ma la realtà traspare dalla descrizione delle vicende quotidiane e dei suoi pensieri. Colpisce la consapevolezza dell’esigenza dell’amore fisico della figlia, del superamento della mentalità bigotta che non concepisce l’amore per i disabili, aumentando ancora di più la diversità.

Mentre invece il mondo di questi giovani – non più “bambini disabili”, ma giovani adulti – è un mondo da scoprire; fatto di dolcezza, forza, debolezza, amore, voglia di vivere. Perché, nonostante di questa fascia d’età si parli poco, occorre ricordare che anche i disabili crescono e diventano prima adolescenti poi giovani adulti poi adulti, come tutti i “normali”. Anche se spesso la società sembra  voglia saltare o ignorare questa fase della loro vita più che dimenticarla, magari forse solo per ipocrisia. Certo è più semplice parlare di “bambini” disabili o “anziani” disabili, anche perché così non si toccano tasti delicati e ai quali siamo a dir vero impreparati. Amore, amare,  pare quasi impossibile per un diversamente abile, oppure semplicemente è imbarazzante parlare dell’amore di due disabili, pensare alla loro sensualità e sessualità. E invece  anche i ragazzi disabili hanno diritto a vivere la loro vita sentimentale, sanno cosa significa amare, e hanno i loro sentimenti, le loro pulsioni, si tratta solo di capire ed entrare ne loro mondo e scoprire appunto che è pieno di dolcezza e di tanta voglia di vivere.

Un romanzo che ci descrive con un linguaggio semplice e lineare le abitudini, l’innocenza, la visione del mondo di chi non è colpito da invidia e competizione. Un romanzo che molti dovrebbero leggere per meditare sulle loro distorsioni mentali. Bello, vero. Più che consigliata la lettura per i ragazzi adolescenti, e da proporre e leggere nelle scuole, e perché no, una lettura per tutte le età.

L’originalità di questo romanzo sta nel voler parlare al cuore dei lettori, alla loro sensibilità, che vuole accendere anche divertendoli. In fondo, le storie degli amori della protagonista e le sue avventure, anche quando di parla di bullismo, possono essere lette come comuni a tanti altri adolescenti. Non disabili.

Barbara Confortini
Esperta di libri per ragazzi e promozione della lettura

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