“La nostra controrivoluzione” a Firenze nei festeggiamenti dei 150 anni di Città-Capitale d’Italia

Nella splendida sala “Luca Giordano” di Palazzo Medici-Riccardi, sede del Consiglio provinciale di Firenze, la Delegazione Toscana dell’Ordine Costantiniano di S.Giorgio, in occasione del recente 50º anniversario del Gran Magistero di SAR l’infante Don Carlos di Borbone Due Sicilie, ha promosso venerdì 7 novembre la presentazione del libro del confr. Guido Fineschi Sergardi, intitolato “la nostra controrivoluzione“.

L’iniziativa, che fa seguito ad altri passati eventi culturali organizzati dalla suddetta Delegazione al fine di ricordare le particolari tematiche legate all’identità cristiana ed ai valori dell’antica tradizione, è stata voluta anche per contribuire a sostenere il necessario processo di revisionismo della nostra storia-patria.
Non a caso la presentazione si svolge presso il prestigioso palazzo che ospitò il Ministero dell’Interno nel 1865, allorquando fu scelta Firenze come capitale d’Italia, di cui sono in corso i preparativi per i festeggiamenti dei 150 anni.
La “Controrivoluzione” di Fineschi Sergardi, quale analisi “insorgente” dell’evoluzione della società civile italiana dal secondo conflitto bellico ad oggi con uno sguardo critico a taluni argomenti cari all’opinione pubblica nazionale (la giustizia, la mafia, la chiesa cattolica, la massoneria, l’islam e la famiglia), ben si inserisce, con le premesse storiche-economiche dei presentatori nel quadro delle prossime ricorrenze cittadine.

Va detto, al riguardo, che il pensiero “controrivoluzionario” non è da intendersi limitatamente al solo stereotipo legato al movimento d’idee insorgenti politico-militare, nato in reazione alle rivoluzioni politiche europee del XVIII secolo. Questo “logos”, spesso sinonimo di retaggio feudale o di arretratezza intellettuale per la cultira contemporanea, nel suo divenire, comunque, si è pur sempre affermato sulle ciclicità dei cambiamenti societari.

Le stesse opere letterarie del principe Antonio Capece Minutolo (1768-1838), che sostenne la strenua difesa dei princìpi giuridici delle tradizionali istituzioni del Trono e dell’Altare, a fronte delle violente occupazioni anarchiche del regno di Napoli e da parte delle truppe francesi, rappresentano altra testimonianza di impegno culturale controrivoluzionario.

Questo letterato, come Monaldo Leopardi (padre del famoso Giacomo, autore di saggi di inizio ottocento sulla difesa della cristianità ed aristocrazia dall’egalitarismo giacobino) o Luigi Taparelli d’Azeglio (sacerdote fratello di Massimo, tra i fondatori di Civiltà Cattolica) e tanti altri nomi o eventi costituiscono esempi di una Controrivoluzione, che ha contribuito alla formazione e sviluppo del paese, seppur dimenticati dai libri scolastici o accademici.

Ettore d’Alessandro di Pescolanciano

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