Intervista a Giada Guidotti

giada guidottiLeggevamo quattro amici al bar: Aurora Alicino intervista la scrittrice Giada Guidotti

Ciao Giada, piacere di conoscerti.
Ciao Aurora, il piacere, ti assicuro, è tutto mio.

Il tuo ultimo romanzo, uscito per le Edizioni Effigi, è “Nudo di donne”. Presentalo ai nostri lettori.
Il mio è un romanzo che parte dalle donne, prosegue con le donne e con loro finisce, ma con l’indispensabile presenza degli uomini. È un libro che parla della grandezza delle donne, delle loro paure, dei loro desideri ma soprattutto delle loro passioni. Io credo che un essere umano senza passioni (sogni) sia destinato a “morire”, non in senso fisico, ovviamente, ma energetico. È come avere una piscina e non nuotare, è come avere le ali e non volare. La storia è raccontata da una figlia, Petra, in crisi perché la madre sta morendo di Alzheimer. Al suo capezzale ricorda. E nei ricordi ritrova momenti di felicità e dolore, una spasmodica ricerca di se stessa. Il viaggio diventa un indispensabile ingrediente per mettersi alla prova, per imparare a conoscere i propri limiti e le proprie capacità.
Nella vita di Petra fondamentali sono le due sorelle, Camilla e Selene, una prostituta che fa loro da governante, Gianna, e la madre, Elena, sempre troppo invadente. In questo cerchio magico entrano a far parte degli uomini, buoni e cattivi, belli e brutti, giovani e vecchi, vigliacchi e coraggiosi, con le loro storie. È insomma un libro che parla di tutti noi.

L’amore, o la ricerca di questo, è sempre tormentato?
Non sempre, ma spesso. Mio nonno diceva: “Bisogna mettere le mani in terra per trovare un fiore”. Io ci credo abbastanza. Solo dopo aver toccato il ‘non amore’, il tradimento, il dolore, siamo pronti a rinascere e in grado di trovare l’amore vero. Spesso, quindi, ci capita di credere in amori fasulli, dai quali siamo abbindolati, e allora necessitiamo di una forza maggiore per uscirne, perché di solito siamo noi i primi fautori di sogni illusori. Sono certa che si debba lottare per un grande amore. Penso che l’amore sia il motore di ogni nostra azione, di ogni gesto, presente in ogni attimo della vita.

Diplomata restauratrice di stoffe e tessuti, hai gestito un negozio di ceramiche artistiche e un’erboristeria. Sul tuo blog (http://giadaguidotti.blogspot.com/) si legge che ti piace anche dipingere, fare teatro e… giocare con la sabbia! Parlaci delle tue tante passioni.
Io ho moltissime passioni. Amo creare, stare con i bambini e mi piace soprattutto giocare con loro: la sabbia è uno strumento che è perfetto per questo. Da vent’anni faccio teatro dilettantistico e da quattro anni mi occupo di un corso di teatro per ragazzi e bambini. I ragazzi mi danno l’idea di ciò che vogliono rappresentare, ed io scrivo un testo, poi con loro lo modifichiamo a seconda del loro punto di vista, delle loro idee. Disegniamo le scenografie e ci inventiamo i costumi. Penso che i ragazzi siano più puliti degli adulti e quello che hanno nel cuore è chiaro sui loro volti. Questo mi piace. Mi mette a mio agio. Amo anche dipingere e soprattutto scrivere. Adoro anche stare ad ascoltare i racconti della gente, vecchi e giovani. Mi incuriosiscono le provenienze diverse, i paesi diversi dal nostro, un vissuto in antitesi col mio che per un non-caso si incontra col mio. Direi comunque che scrivere, fra tutte, sia la mia più grande passione.

Che lettrice sei? Come scegli un libro e con quale intento, spirito o sentimento ne affronti la lettura?
Sono una lettrice strana. Ho cominciato a leggere davvero solo intorno ai diciassette anni, e a quel tempo adoravo i noir. Ad oggi i miei gusti sono molto cambiati, anche se continuo a essere un’appassionata collezionista di Dylan Dog. Leggo di tutto e devo dire che trovo moltissime cose che mi piacciono davvero, forse grazie ai consigli della libraia di Capoliveri, un’amica, che ha capito da subito ciò che mi poteva piacere. Di solito leggo tre libri contemporaneamente. Uno a letto, due nei miei bagni.
Poi uno prende il sopravvento. Leggo molto ma vorrei leggere di più perché ogni giorno trovo qualche autore che non conosco, che non ho mai letto, e ognuno di loro è una lacuna che vorrei colmare.

Consigliaci cinque libri, scritti da donne, che ritieni must di tutti i tempi.
Non so se questi che ti indico siano i must di tutti i tempi, lo sono sicuramente stati per me. Isabelle Allende con La casa degli spiriti, Margaret Mazzantini con Non ti muovere, Sibilla Aleramo con Una donna, Fred Vargas con tutti i gialli che hanno per protagonista il suo commissario Adamsberg, Irène Némirovsky con Suite francese (che sto leggendo in questo momento e mi piace tantissimo), Lisa See con Fiore di neve e Il ventaglio segreto, e tanti altri ancora. Devo dire che anche la Rowling con Harry Potter mi ha entusiasmata.

Quest’anno sarai nostra ospite in occasione della rassegna Leggevamo Quattro Libri al Bar (n.d.r.: 13 – 26 settembre 2011, a Pavia e in tutta Italia). Hai un ricordo da raccontarci legato al mondo dei bar?
Moltissimi, anche perché ho lavorato per alcuni anni nel bar del mio ex marito. Quello più divertente è il momento in cui ho insistito con il mio ex per dare un nuovo volto al suo vecchio bar. Abbiamo lavorato per molti mesi cercando di mantenere uno stile che ci ricordasse da dove venivamo. Ovviamente abbiamo cambiato anche strumenti di lavoro. Io ero bravissima a fare il caffè freddo shakerato. Il giorno dell’inaugurazione è arrivato un cliente e subito mi ha chiesto il mio famoso caffè freddo. Ho preso lo shaker, messo gli ingredienti e nell’istante in cui ho cominciato a muovere le braccia mi sono resa conto che anche lo shaker era nuovo, e dunque doveva essere tenuto chiuso a forza e non avvitato come il vecchio shaker. Ma il mio capolavoro è stato più veloce dei pensieri e il mio affezionato cliente era ormai inondato di caffè cremoso. È stata la prima volta che ho pensato che le vecchie abitudini sono dure a morire.

A quali progetti stai lavorando ora?
Sto scrivendo un giallo in cui il protagonista è un commissario per metà fiorentino e per metà palermitano, e mi diverto un sacco a scrivere in fiorentino e siciliano, con degli sbagli clamorosi nella costruzione delle frasi dialettali, che poi mi vengono puntualmente corretti. Ma sono molti i romanzi che ho iniziato poi, come capita per la lettura, uno va avanti. Adesso è il momento del mio Commissario Pasquale Bruno.

Grazie per la disponibilità e a presto!
Grazie a te. Sono sempre a tua disposizione

Aurora Alicino

Articolo pubblicato su www.vivereconlentezza.it

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