“Custodes Sancti Sepulchri”, dodicesimo della collana Domus Templi di Varisco, è introdotto dall’Arcivescovo Pierbattista Pizzaballa

Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Pierbattista Pizzaballa, Arcivescovo di Verbe – Amministratore Apostolico del Patriarcato Latino e pro Gran Priore dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ha stilato dalla Città Santa il 16 marzo 2017 la prefazione al volume del Cav. Prof. Alessio Varisco dal titolo “Custodes Sancti Sepulchri” -dodicesimo volume della collana Domus Templi– che ha il patrocinio del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini, della Custodia Terrae Sanctae e della Regione Toscana.

La pubblicazione del Professore -frutto di studi sulla devozione al Santo Sepolcro di Gerusalemme e sull’edilizia sacra che in Europa si determinò successivamente ai primi diari odeporici- approfondisce il typos edilizio della “translatio Hierosolymae” e la riproduzione –mensurale e non- dell’edicola dell’Anastasi, ovvero della Risurrezione nel complesso della Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, in Italia e in particolare in Toscana -ecco perché il patrocinio del Consiglio Regionale toscano-.

La centralità dei Loca Sancta sono la scelta di molti cristiani che intendono, come sottolinea il Sommo Pontefice beato Paolo VI a scoprire il “quinto Vangelo” per farlo proprio, vivendo quelle terre che nel corso della cristianità sono stati trasferiti, riprodotti anche in Occidente.

Un libro da non perdere come sottolinea l’Arcivescovo Pizzaballa, -già 167° Custode di Terra Sancta che conferì la Pontificia Crux Aurea Signum Sacri Itineris Hierosolymitani appuntandola al Chiarissimo Cavaliere Professore Alessio Varisco a termine di una solenne Celebrazione Eucaristica per gli sforzi resi in una precedente pubblicazione sul millenario di Burgum Sancti Sepulchri consegnata al Sommo Pontefice Benedetto XVI durante la sua Visita Apostolica il 13 maggio 2012-:

«È sorprendente vedere, sfogliando le pagine del presente volume che la cura storiografica di Alessio Varisco pone tra le nostri mani, con quale ricchezza artistica il culto del Santo Sepolcro si irradi nel corso dei secoli, anche raggiungendo culture diverse e luoghi lontani tra loro.

Ci pare, questo, un segno di come la forza luminosa della Resurrezione, accolta dalla fede vissuta di tante generazioni cristiane, non sia mai rimasta inoperosa non solo nel cuore di coloro che l’hanno fatta propria, ma anche nella perizia creativa di chi ha cercato i modi più adatti per esprimerla.

Di questa Forza che viene dall’Alto, Gerusalemme è cifra e centro, vero omphalos della nostra fede, capace di continuare a nutrirla con solerte costanza, nonostante l’alterno e aggrovigliato dipanarsi degli eventi storici, a volte tragicamente avversi.

Con una collocazione che mi pare degna di nota, quasi a sigillare l’evoluzione di queste complesse vicende, nell’ultimo capitolo il Prof. Varisco pone il Patriarcato Latino di Gerusalemme.

Questa scelta sembra, infatti, alludere ad uno dei significati più importanti della presenza del Patriarcato Latino a Gerusalemme, città del Santo Sepolcro,quello -cioè- di essere garanzia sintetica di unificazione e di collegamento tra le molte realtà ecclesiali che la nostra fede cattolica qui inverano.

+ Pierbattista Pizzaballa

Gerusalemme, 16 marzo 2017»

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